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Manarola

Manarola, il secondo borgo delle Cinque Terre partendo da levante, amministrativamente dipende dal comune di Riomaggiore, ma ha una sua identità e sue peculiarità.

Si pensa che il suo nome derivi dal latino Manium arula ovvero “piccolo tempio dedicato ai Mani”, ma non si hanno conferme in merito. Alcuni storici sostengono che derivi da una vecchia forma dialettale Manaraea risalente a un più antico magna Roea, la grande ruota da mulino ad acqua.

Manarola

La storia di Manarola

Quello che sappiamo per certo invece che la sua fondazione è dovuta allo spostamento a valle degli abitanti di Volastra, antico insediamento romano e oggi frazione collinare. Venne poi abitato anche dalle popolazioni della Val di Vara. I primi documenti nei quali si trova menzione di Manarola datano della seconda metà del XIII secolo e trattano delle lotte tra la Repubblica di Genova e i Fieschi di Lavagna, battuti nel 1273 da una flotta di 14 galee.

Passato sotto Genova, il divenne uno dei maggiori produttori di vino ed olio della costa e, nella parte bassa del paese, si trova ancora oggi un vecchio mulino restaurato dal Parco Nazionale. Nel corso di questo periodo storico l’uomo iniziò realmente a modellare il territorio e l’agricoltura eroica che oggi preserva le Cinque Terre nacque allora, un terrazzamento dopo l’altro.

La storia moderna del borgo coincide con quella degli altri paesi delle Cinque Terre e di buona parte della Liguria. Va però segnalata l’evoluzione lato urbanistico, con la copertura del torrente che attraversa il paese, iniziata nel 1863 e conclusasi nel 1978. Negli anni 50 ad esempio era coperta solo piazza Innocenzo IV e i due lati del borgo scendendo fino alla Marina erano collegati da undici ponti in pietra.

I monumenti

Oltre ad ammirare le tipiche case torre genovesi, oggi variopinte, partendo dall’alto potrai visitare piazza Innocenzo IV, con la sua terrazza panoramica perfetta per ammirare il presepe luminoso di Mario Andreoli, ma anche sede del quattrocentesco Oratorio dei Disciplinanti, anche noto come oratorio della Santissima Annunziata o degli Azzurri.

Sempre sulla piazza sorge anche la chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine, nota come chiesa di San Lorenzo per il portale che ne raffigura il martirio, con la sua torre campanaria a pianta quadrata, anticamente una torre di avvistamento. Risalente al 1338, la chiesa a tre navate è in stile gotico genovese, con una facciata in arenaria locale decorata da un rosone in marmo di Carrara particolarmente elaborato aggiunto nel 1375, mentre l’interno barocco è caratterizzato da una copertura in volte a botte.

Anche Manarola aveva il suo castello, una fortezza difensiva nel cuore dell’odierno borgo, in via del Baluardo. Nel corso dei secoli l’edificio è però divenuto abitazione privata e oggi è riconoscibile solo per la forma arrotondata.

Lato mare

Cosa fare alla Marina di Manarola? Ammirare il borgo e rimanere incantati davanti al mare… da Punta Bonfiglio si gode infatti di una vista panoramica sulle case arroccate sulla scogliera, uno scorcio che avrai probabilmente già visto in note campagne pubblicitarie passate e sicuramente negli infiniti scatti pubblicati online da chi ci ha visitati prima di te.

Riviere,
bastano pochi stocchi d’erbaspada

penduli da un ciglione
sul delirio del mare

Qui sorge anche il cimitero del paese, anch’esso spesso immortalato perché in posizione estremamente panoramica e perché sulla sua facciata sono incisi i versi finali di Liguria, di Vincenzo Cardarelli. Non si tratta dell’unica poesia sui muri di Manarola però, alla fine di via Belvedere troverai, oltre all’immensità del mare, anche una piccola piazza dedicata a Eugenio Montale e una targa che riporta di versi di Riviere.

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